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A Chiesa di casa insieme per la pace

«Nessuno può salvarsi da solo». Questo il titolo del messaggio di Papa Francesco in occasione della 56a Giornata mondiale della pace. E proprio al tema della pace è dedicata la nuova puntata di “Chiesa di Casa”. Ospiti del talk don Antonio Agnelli, assistente ecclesiastico Acli Cremona e membro di Pax Christi, ed Elisabetta Manni Rodini, responsabile MASCI Cremona 1. La consueta struttura organizzata intorno a quattro parole chiave — Betlemme, la finestra, beati e comunità — ha permesso di sviluppare in modo approfondito la questione.

Punto di partenza per i cristiani, secondo don Agnelli, non può che essere la città che ha dato vita al Salvatore, tanto che «Colui che è nato a Betlemme, come diceva Mazzolari, è il pacifico e il pacificatore. La pace, infatti, ha per noi origine nel dono che il Padre fa agli uomini, ovvero il Cristo, che ci libera dalle potenze del male».

E legata alla città natale di Gesù c’è un’interessante tradizione che il movimento scout vive ormai da diversi anni. «Prima del Natale — racconta Elisabetta Manni — uno scout di Vienna porta nella sua città una luce proveniente dalla Basilica della Natività. Da qui, essa viene condotta lungo tutta l’Italia come segno: possiamo essere portatori di pace solo restando legati a Cristo».

Gesù stesso, in quello che viene definito discorso della montagna, dedica una beatitudine agli “operatori di pace”. La domanda, emersa anche dall’intervento di Giovanni Venturoli, giovane originario della Palestina, è di per sé molto provocatoria: come educare alla pace in un mondo in cui si insiste spesso sul conflitto? Secondo don Agnelli il primo passo «è l’impegno personale che ci porta a non vedere nell’altro un nemico da cui guardarsi». Alle sue parole hanno fatto eco quelle della responsabile del MASCI Cremona 1, che ha ribadito come sia propria dello stile scout «l’attenzione a crescere ragazzi capaci di vivere relazioni fraterne. Questo non significa l’azzeramento di ogni conflitto, ma comprendere che non necessariamente debba essere risolto con uno scontro». Più in generale, uscendo dal contesto strettamente educativo, «per noi del MASCI essere operatori di pace significa vivere all’interno di una comunità, partecipando a tutte quelle iniziative pubbliche volte alla promozione della pace».

E di comunità ha parlato anche don Agnelli nel proprio intervento conclusivo. Forte della sua esperienza in Pax Christi, ha sottolineato l’importanza di «tessere relazioni fraterne, in cui aprirsi all’altro per vivere e testimoniare la pace. Papa Francesco stesso invita a non essere indifferenti, tenendo conto che senza il noi, anche l’io scompare».

La dimensione comunitaria e relazionale, dunque, è stata posta come centrale anche da don Antonio Agnelli ed Elisabetta Manni, ospiti della puntata di Chiesa di Casa dedicata al tema della pace, con un’interessante ripresa e rilettura del messaggio che Papa Francesco ha rivolto all’intera Chiesa universale.