1

A Caravaggio torna il popolo dei pellegrini

Da secoli è un centro di spiritualità per l’intero Nord Italia, un luogo di devozione, ma anche di meditazione sulle radici della propria fede. Il Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio (provincia di Bergamo, ma diocesi di Cremona), con l’allentarsi delle misure restrittive legate alla pandemia, torna a essere animato dalla presenza attiva di tanti pellegrini che desiderano tornare sul luogo dove nel 1432 la Vergine apparve all’umile Giannetta.

«Dopo questi anni – spiega il rettore, monsignor Amedeo Ferrari – segnati dal distanziamento e da minore afflusso, sta lentamente ripartendo la presenza al santuario. In realtà bisognerà attendere ancora qualche settimana per vedere se effettivamente la situazione è di ripartenza, ma già qualche numero ci rassicura». La scorsa domenica, anche grazie al pellegrinaggio mensile (sempre la prima domenica del mese) della comunità filippina, il santuario ha visto tutti occupati i suoi 650 posti per poter partecipare alla Messa. Le nuove norme riportano, infatti, le chiese alla loro capienza precovid, pur con la prudenza che è d’obbligo di questi tempi. La mascherina è la condizione necessaria per varcare la soglia della chiesa o dei luoghi annessi al santuario, ma altre misure non sono richieste. «Lo scorso fine settimana abbiamo attrezzato anche altri spazi per accogliere i fedeli che intendevano partecipare all’Eucarestia – aggiunge il rettore – perché i posti a sedere non erano sufficienti». La gente ritorna a visitare i luoghi della fede, a vivere la comunità cristiana come tale e a incontrarsi per una preghiera che sia a più voci. Sarà anche la situazione internazionale che spinge a maggiore riflessione sulle proprie certezze di fede, sarà il gesto di Papa Francesco di affidamento di Ucraina e Russia alla Vergine: sta di fatto che la devozione verso la Madonna pare, dai numeri, torni a essere un segno vivo, concreto.

«Per il prossimo mese di maggio – spiega Marco Macchi, dell’Ufficio Pellegrinaggi del Santuario – sono parecchie le prenotazioni di associazioni, fraternità, gruppi di preghiera: dall’Unitalsi all’ordine francescano secolare o al gruppo di preghiera Padre Pio. Verranno al santuario soprattutto dalla bergamasca, dal cremonese e dal milanese, non solo per celebrare la Messa, ma anche per ritiri spirituali, processioni in preghiera, incontri. Non siamo al livello di prima della pandemia, però stiamo iniziando a ripartire». Diversi gruppi hanno intenzione di sfruttare le sale del Centro di spiritualità (attrezzate anche per collegamenti e teleconferenze) e anche i 60 posti a disposizione per il pernottamento risultano una risorsa importante. Anche diversi gruppi di giovani che si preparano ai Sacramenti hanno già stabilito il giorno di presenza presso il Sacro Fonte.

«Il servizio offerto dal santuario – continua monsignor Ferrari – resta sempre lo stesso. Chiaramente si intensificherà la disponibilità alle confessioni nel periodo pasquale e saranno organizzate le celebrazioni aggiuntive previste per il mese di maggio».

Intanto Casa Maria, la struttura di ascolto, dialogo e confronto voluta dal vescovo Napolioni, sta continuando il suo servizio, pronta ad accogliere un numero sempre in crescita di pellegrini e di famiglie in cerca di un confronto.

Ripartenza per il santuario significherà anche ripresa dei lavori di restauro, sospesi per ragioni burocratiche nei mesi scorsi. «A giugno – precisa il rettore – quando l’afflusso di fedeli solitamente si allenta – saranno approntate le impalcature per ristrutturare la cupola e la zona dell’altare». Si tratta di una serie di lavori non semplice visto che i ponteggi dovranno arrivare fino alla lanterna, a 54 metri d’altezza. Sotto la zona interessata dal ponteggio c’è il Sacro Fonte, per cui sopra saranno montati dei pilastri d’acciaio per dar modo ai restauratori di salire sopra il tempietto del santuario e lavorare da una piattaforma. L’obiettivo è principalmente la ripulitura degli affreschi del 1851/54 di Giovanni Moriggia, dei pennacchi (1846) e delle colonne, ma anche la sistemazione dei danni causati dalle infiltrazioni d’acqua dovute alle trombe d’aria che nel tempo hanno colpito ripetutamente Caravaggio e la Bassa Bergamasca. L’operazione si presume durerà quattro mesi e nel frattempo sarà spostata l’effige della Madonna, consentendo comunque una fruizione quasi completa degli spazi della chiesa.