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A Bozzolo l’ultimo saluto a don Bonfatti, «ricercatore della verità»

La missione dell’insegnamento, l’essere uomo di cultura e di studio e l’inquietudine del ricercatore della verità nella vita e nei gesti delle persone incontrate. Con poche ma significative parole, il vescovo Antonio Napolioni ha voluto così ricordare l’esperienza umana e sacerdotale di don Stefano Bonfatti durante la esequie presiedute nella mattinata di mercoledì 9 febbraio nella chiesa della SS. Trinità di Bozzolo.

A concelebrare la Messa anche il vescovo emerito Dante Lanfranconi, il vicario generale don Massimo Calvi, il vicario episcopale don Giampaolo Maccagni e il parroco di Bozzolo don Luigi Pisani insieme a diversi altri sacerdoti, tra i quali don Ennio Asinari, uno dei compagni di Messa. Tra i fedeli parecchi bozzolesi e di Cavallara, dove don Bonfatti fu rispettivamente vicario dal 1961 al 1967 e quindi parroco per una decina d’anni, e con i quali non si sono mai interrotti i rapporti di stima e amicizia.

«Hai voluto che fossimo con te, oggi, nella chiesa della Trinità – ha esordito il vescovo –. Ed è bello e importante che tutti noi riscopriamo che la vera carta d’identità del cristiano e dei figli di Dio è questa: la Chiesa della Trinità». Un nome, ha sottolineato monsignor Napolioni, «che raccoglie e precede ogni altro nome: quello dei genitori, del paese di nascita, delle parrocchie vissute, dei luoghi nel quale si formano le scelte personali».

Proprio quest’ultimo elemento è stato al centro della riflessione del vescovo, grazie anche alla «provvidenza» della lettura del giorno che descriveva l’incontro tra Salomone e la regina di Saba, quest’ultima stupita dalla sapienza del re. Un modo ideale per descrivere don Stefano e la propria vocazione. «Può farci pensare – ha affermato il vescovo – alla tua scelta controcorrente di essere studioso e insegnante di filosofia, nel cercare la sapienza umana; hai testimoniato l’inquietudine di una mente critica sin dalla giovinezza in Seminario, ma sempre protesa alla ricerca del dialogo e della verità».

Un passaggio, quello dalla sapienza umana alla verità intera, che ha contraddistinto l’esperienza sacerdotale di don Stefano Bonfatti: «una ricerca lunga, aperta alle novità della vita e della sofferenza, cercando di capirne il senso oltre che portare il peso della malattia e della fragilità», ha detto il vescovo. Sottolineando poi l’impegno del sacerdote sabbionetano di adottare come «compagno di viaggio» don Primo Mazzolari, il «peso della testimonianza delle proprie idee e il dialogare con altri modi di pensare la chiesa e la sua missione nel mondo», lasciando sempre aperta «l’incessante ricerca del dialogo con la Chiesa cremonese e con i vescovi» grazie a «quella verità che motiva al servizio, alla speranza, alla comunione» e ai «suoi stimoli provocatori e coraggiosi» nelle parrocchie e nelle persone incontrate. Senza dimenticare l’amicizia con i compagni di seminario e le «telefonate serali» tra vescovi e confratelli.

Allora, ha precisato Napolioni, «ecco che alla ricerca continua di sapienza e verità di don Stefano si accompagna anche il bisogno della compagnia e della comunità». La Parola, dunque, porta a ricercare quel dialogo reciproco, nonostante la difesa delle proprie argomentazioni e l’indifferenza che prende il posto della passione più accesa, «al gusto della sinfonia della verità».

Così l’invito del Vangelo, ha concluso il vescovo, sia un «criterio di conversione, un risveglio di coscienza» nell’impegnarsi ogni giorno ad accogliere la verità nelle nostre parole e gesti quotidiani, «un portare a compimento la purificazione interiore di questa nostra ricerca» così da relazionarsi in sintonia e guardare al futuro con fiducia. Proprio come don Stefano ha testimoniato con il suo sacerdozio, nel cercare di conciliare la sapienza umana con quella di Cristo, «fino all’approdo del mistero santo della vita eterna».

Al termine della liturgia la salma di don Bonfatti è partita verso il cimitero di Sabbioneta, suo paese natale, per la sepoltura.

 

Profilo di don Bonfatti

Nato a Sabbioneta il 15 ottobre 1933, don Bonfatti fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 mentre risiedeva nella parrocchia di S. Ilario in Cremona. Iniziò il proprio ministero come vicario parrocchiale a Rivarolo del Re. Nel 1961 il trasferimento, sempre come vicario, a Bozzolo, presso la chiesa della SS. Trinità. Dal 1967 al 1977 è stato parroco di Cavallara. Quindi, pur rimanendo sempre incardinato in diocesi di Cremona, ha prestato servizio a Padova, dedicandosi in particolare all’insegnamento. Era laureato in Filosofia. Il decesso nella serata di venerdì 4 febbraio all’ospedale di Padova, all’età di 88 anni.