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A Bellaguarda l’incontro del Vescovo con le Acli del Viadanese

Mercoledì 26 ottobre, presso il Centro servizi di Bellaguarda, si è svolto l’incontro promosso dalle Acli della zona Viadanese con il vescovo Napolioni. La serata ha visto la presenza di un numeroso e attento pubblico, registrando la partecipazione anche di esponenti dei circoli Acli della zona casalasca, nonché del presidente regionale ACLI e quello provinciale di Mantova.

A fianco del Vescovo erano presenti i due assistenti ecclesiastici delle Acli cremonesi e mantovane, don Antonio Agnelli e don Roberto Fiorini, reduci dal Convegno delle Acli Nazionali a Roma.

Scopo principale dell’iniziativa, come ha sottolineato don Paolo Tonghini, coordinatore delle Acli Viadanesi e ideatore dell’incontro, la reciproca conoscenza tra il nuovo vescovo e i circoli locali.

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Attraverso l’intervento di don Luigi Pisani, responsabile della Pastorale giovanile della zona pastorale viadanese negli anni ’70 quando era vicario di Dosolo, l’assemblea ha ripercorso la storia dell’Associazione nel periodo della Contestazione, della contrapposizione politica più accesa all’interno di piccole realtà rurali, dove il sacerdote spesso si trovava a dire Messa in una chiesa vuota, senza alcun fedele.

Da qui il senso e la necessità di creare il circolo Acli, come luogo di incontro, aperto alla comunità tutta, in uno spirito cristiano non ecclesiastico o oratoriale ma sociale nel senso più ampio del termine, usando come strumenti di attrazione i campi scuola estivi, il patronato, il dialogo continuo con il parroco.

Su questi temi si è innestato l’intervento di mons. Napolioni, che ha messo al centro del suo intenso discorso tre parole chiave. Anzitutto il termine “comunità”, come idea di circolazione delle idee, delle persone , delle energie. Quindi “lavoro”, come impegno delle Acli ad ascoltare il dolore di una generazione che vede il lavoro sempre più incerto e precario. E “Fede”, come fiducia in Cristo e nelle capacità del cristiano di affrontare le difficoltà, che oggi sono soprattutto la paura del migrante e dell’integrazione, l’ indifferenza della società, come sottolineato in diversi interventi dei partecipanti.

Il metodo che le Acli e l’intera comunità cristiana devono adottare è quello della sinodalità, del cammino in comunione. Quello delle Acli non deve essere circolo chiuso, ha sottolineato il Vescovo, ma una porta aperta alla società, strumento di una cristianità adulta che sappia creare un mondo più giusto e rispettoso del prossimo, aprendo le porte a Cristo.

Indispensabili per fare ciò sono dunque il cambiamento e l’aggiornamento del territorio, riscoprendo l’importanza della formazione socio-politica e di quella religiosa, rinforzando la collaborazione con il parroco, i circoli devono diventare i suoi più stretti aiutanti, perché conoscono il territorio e la comunità forse meglio di lui.

Con queste parole di speranza e di sfida si è conclusa una serata intensa e destinata a portare frutto nel tempo.

Ora si tratta di continuare a lavorare insieme come Acli della zona viadanese e – secondo l’auspicio espresso in alcuni interventi della serata – anche con i circoli del Casalasco, almeno in alcuni momenti dell’anno pastorale, lavorando in particolare sui tre punti sottolineati dal Vescovo.

I Circoli Acli della zona viadanese sono presenti a Bellaguarda, Breda Cisoni, Casaletto Po, Cavallara, Cizzolo, Dosolo, Sabbioni, San Matteo delle Chiaviche e Villa Pasquali. Oltre ai nove Circoli presente anche un Patronato.

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