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60° della morte di don Mazzolari: pubblicati gli atti del Convegno all’Unesco

Il programma celebrativo promosso dalla Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo in occasione del 60° anniversario della morte del servo di Dio don Primo Mazzolari (12 aprile 1959), culminato con gli eventi del 6 e 7 aprile scorso a Bozzolo, sono iniziate a Parigi lo scorso 29 novembre con la conversazione internazionale promossa all’Unesco alla presenza del Segretario di Stato card. Pietro Parolin. Proprio in questi giorni sono disponibili gli atti del convegno.

Il testo – numero speciale della rivista “Impegno” – raccoglie gli interventi di don Bruno Bignami, Guy Coq, mons. Francesco Follo, Mariangela Maraviglia, mons. Antonio Napolioni, card. Pietro Parolin e Xing Qu.

Il volumetto è stato inviato a tutti gli abbonati, ma è disponibile, con offerta libera, anche presso la Fondazione, in via Castello 15 a Bozzolo (tel. 0376-920726; e-mail info@fondazionemazzolari.it).

 

Il nuovo libro di don Agnelli

In occasione del 60° anniversario della morte di don Mazzolari a Cremona la presentazione del libro del sacerdote cremonese don Antonio Agnelli “Vita, fuoco, passione divina. Istanze profetiche in Primo Mazzolari”.

Il testo analizza il cuore della sua profezia e del suo impegno per la pace e la giustizia, la sua immedesimazione e I granitica e la percezione della presenza del Cristo nella vita personale e storica delle persone. Alla luce di questa fede dinamica, Mazzolari proclamava il valore assoluto della dignità umana, contro le ideologie disumane del suo tempo, della libertà e della coscienza, illuminate dalla forza dello Spirito e il primato degli impoveriti, carne di Cristo, ai quali dare il necessario per una vita pienamente umana. Contribuire a realizzare una giustizia concreta, sebbene mai perfetta, era per don Primo imperativo categorico conformazione a Gesù di Nazareth, profeta della misericordia del Padre.

«Si comprende quanto per don Primo il Vangelo – fa notare l’autore – sia stata questione decisiva, poiché da esso deriva la possibilità di trasformare la storia secondo il progetto di Dio, sprigionando la passione divina per il mondo, che diventa per il credente una bruciante esigenza che non dà tregua». Da qui l’abbondanza di citazioni dai testi di don Mazzolari che corredano il primo capitolo del libro (dopo una breve sintesi biografica), dimostrando la sua fede del credente. A questi aspetti l’autore dedica il secondo capitolo. Il terzo, invece, analizza l’impegno costante di Mazzolari per decostruire una cultura di odio e violenza, contro l’assurdità della guerra e del riarmo atomico. Questioni quanto mai attuali.

L’autore conclude confermando l’attualità profetica di don Primo nell’essere stato animatore di speranza anche dentro contesti storici asfissianti, a partire dal perno della predicazione di Gesù, la misericordia divina. Infine, attraverso un ipotetico discorso per l’oggi, don Agnelli fa dire a don Primo, utilizzando i titoli delle sue opere più significative, di non tradire mai il Vangelo.