13 gennaio: alla cascina S. Colombano il ricordo di Mazzolari
Venerdì 13 gennaio si è svolta a Cremona, per la decima volta consecutiva, la commemorazione della nascita di don Primo Mazzolari presso la cascina S. Colombano, al Boschetto. Una iniziativa voluta da diverse associazioni per sottolineare l’attualità pregnante del pensiero e della testimonianza del servo di Dio Primo Mazzolari per la Chiesa e la società odierna.
Si è voluto ricordarlo riprendendo alcuni spunti del libro “Tu non uccidere” di Mazzolari, pietra miliare del pacifismo cattolico e in cui si ritrovano affinità con le riflessioni di Papa Francesco, sulla necessità di fare della pace un tema ineludibile nella riflessione e nella prassi dei credenti.
È stato un momento semplice, ma simbolicamente pregnante, che ha inteso richiamare la statura morale di don Primo, esemplare non sono per i cristiani ma per tutti gli uomini di buona volontà.
Marco Pezzoni ha richiamato un brano del libro nel quale don Primo si domanda profeticamente se sia ancora possibile sostenere che esista una guerra giusta visto che ogni guerra “è sempre criminale in sé e per sé … mostruosamente sproporzionata … una trappola per la povera gente … antiumana e anticristiana … sempre inutile strage”.
Il senatore Angelo Rescaglio ha, invece, richiamato un brano in cui don Primo parla della misericordia come antidoto alla violenza e alla guerra. “La giustizia è una misericordia sul nascere: la misericordia, una giustizia al suo termine”.
Infine don Antonio Agnelli, assistente ecclesiastico delle ACLI, ha concluso con un breve intervento che qui riportiamo:
“Ci troviamo nel luogo simbolo della nascita di un profeta: don Primo. Egli venne al mondo nella povertà e fu difensore strenuo dei poveri e miseri. Visse in un periodo segnato da due guerre mondiali e dalla veemenza delle ideologie: resistette con la forza del Vangelo tra le mani e nel cuore maturando la coscienza del valore indistruttibile del TU NON UCCIDERE, del rifiuto della guerra, del dovere cristiano di ostinarsi a predicare e costruire pace, proponendo vie che la logica umana ritiene assurde: la non–violenza, la resistenza dello spirito, l’obiezione di coscienza, gridando che la guerra è cristianamente un peccato che dà morte e che la distruzione che essa porta è nient’altro che disumana.
Don Primo, ora intercedi per noi: ottienici dal Dio della vita la forza di lottare con la sola sicurezza dell’essere disarmati contro ogni potere distruttivo; aiutaci a denunciare anche oggi con Papa Francesco, l’immondo commercio delle armi; l’orami accettata ingiustizia che grida vendetta la cospetto di Dio, l’indifferenza verso chi fugge da guerre lontane ma che noi sosteniamo con i nostri strumenti di morte; la chiusura in noi stessi e nei nostri idoli muti.
Fa che lo Spirito che ti ha voluto profeta faccia di noi coloro che gridano contro ogni disumanità, ogni violenza, ogni divisione, ogni sfruttamento, ogni lacerazione della dignità umana. Fa che ci ricordiamo sempre le parole di Gesù: se non parliamo noi, adesso, oggi, per la pace, la fraternità, l’uguaglianza, il bene comune, la verità, l’amore, la giustizia, la distribuzione equa dei beni della terra, grideranno le pietre, quelle che gli impoveriti esasperati scaglieranno contro il nostro sistema di morte e di esclusione, di scarto e di sofferenza.
Prega per noi don Primo, per accettare derisione ed emarginazione pur di essere fino in fondo fedeli al Vangelo di pace, per portare nel mondo l’ardore della tua profezia, l’incompresa gioia di vivere la pace, di vivere ogni giorno come costruttori di pace dono di Dio e impegno d’ogni persona di buona volontà. Servo di Dio don Primo, prega per noi”.