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Domenica alle 18 in Duomo Messa in suffragio di mons. Boccazzi

Domenica 29 settembre alle 18 in Cattedrale, con l’Eucaristia presieduta da don Giosuè Regonesi, sarà ricordato – in occasione del 40esimo della morte – mons. Carlo Boccazzi, sacerdote originario di Viadana, personaggio di spicco della vita religiosa cremonese soprattutto durante il Ventennio fascista quando, per volontà dell’arcivescovo mons. Giovanni Cazzani, divenne intelligente interlocutore tra la Chiesa cremonese e i gerarchi fascisti.

“L’ultima settimana di aprile 1945 – scriveva mons. Carlo Pedretti nel volume dedicato proprio alla figura di mons. Boccazzi – fu “cruciale” per mons. Carlo Boccazzi, parroco della Cattedrale di Cremona, docente di teologia dogmatica nei Corsi riuniti, ospiti desiderati nel Collegio “Sacro Cuore” delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. Nei primi mesi del ’45, l’arcivescovo Cazzani li aveva richiamati, da tutta la diocesi, in questo istituto educativo, per non perdere un anno di studi: aperto con pericolo fisico, ma con viva speranza di molti. Anche la mamma di mons. Boccazzi, nel suo buonsenso mantovano, diceva: «Per mal che vada, il mio don Carlo le calze rosse le ha per sempre». Alludeva al rischio politico, più che a quello fisico. La piccola cronaca di quei giorni (25 aprile-1 maggio) lo vide preoccupato in casa canonica: eppure, bastava percorrere la vicinissima via Cistello: ma il bravo e caro rettore mons. Virginio Dondeo, prefetto degli studi, giustamente gli impose di non uscire di casa: qualche malintenzionato poteva offenderlo pubblicamente. Egli ricomparve, tutto rivestito del rosso canonicale, al funerale cittadino dei fratelli Di Dio, capi partigiani della Repubblica della Val Toce”.

Classe 1901, originario della parrocchia di Castello in Viadana, è stato ordinato sacerdote nel 1924. Segretario del vescovo Cazzani dal 1926. Nel 1932 è stato nominato canonico e parroco della Cattedrale, incarico che ha ricoperto sino alla morte, avvenuta il 26 agosto 1979 .presso la clinica Ancelle della Carità.