La chiamata, nessuno è escluso

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Il brano di Vangelo della chiamata di Levi ha fatto da spunto, nel pomeriggio di domenica 7 aprile, ad una delle riflessioni del gruppo di adolescenti di Pieve San Giacomo, Pieve d’Olmi e Stagno Lombardo, che hanno fatto visita anche alla Caritas e alla parrocchia di Sant’Abbondio. Ecco la traccia utilizzata con gli spunti di riflessione.

La chiamata di Levi (Luca 5,27-32)

27 Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28 Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29 Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. 30 I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». 31 Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32 io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

Riflettiamo

  • Noi a volte partiamo sconfitti in partenza. Perché Dio non ci considera degli sconfitti?
  • Noi tendiamo ad etichettare gli altri. Perché Dio è disposto a darci sempre una seconda chance?
  • Una persona può essere identificata con vari aspetti del suo operato. Come fare in modo che abbia la possibilità di tirar fuori il meglio, se ancora non l’ha fatto?
  • Può darsi che in alcune fasi della vita, o magari anche adesso, non siamo molto soddisfatti di noi stessi, ma non riusciamo a cambiare. Che cosa ci suggerisce l’episodio della chiamata di Matteo?
  • Se, dopo la conversione, capitasse di sbagliare ancora, quali conclusioni bisogna trarre? Su che cosa si deve contare?