Oratorio

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“I ragazzi non vengono più neanche in oratorio, figurati se entrano in seminario”. E’ un ritornello che spesso sentiamo, o che, magari, noi stessi abbiamo ripetuto. Esprime una realtà concreta, vera, ma pone anche un interrogativo fondamentale: ci chiede se, a nostra volta, sappiamo vivere l’oratorio, se siamo in grado di trasmettere quei valori, tipicamente cristiani, che ci legano ad esso. Affinché l’oratorio sia realmente un luogo formativo, è necessario che noi educatori sappiamo metterci in gioco. In questo modo i ragazzi si sentiranno accompagnati e avranno modo di condividere con noi il loro percorso di crescita. Solo così potremo entrare davvero nelle loro vite ed invitarli all’incontro con quel Dio che potrebbe cambiarle. Lasciamoci coinvolgere dalle loro vicende, stiamo loro vicini. Se i nostri ragazzi riusciranno a percepire la nostra presenza accanto a loro, capiranno anche che c’è Qualcuno di più grande che si fa loro prossimo e li chiama. Così l’oratorio tornerà ad essere il luogo dove i ragazzi si interrogano e si confrontano a proposito della loro vocazione.

Il vescovo Antonio in un oratorio cittadino