La sinfonia della preghiera riconoscente

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Anche quest’anno, come da tradizione, la comunità del Seminario ha voluto aprire le porte di casa ai gruppi parrocchiali del “Rosario Perpetuo” e “Fortes in Fide”, ovvero le persone che pregano per i seminaristi, il Seminario e per tutti i giovani che avvertono la chiamata del Signore.

Nella giornata di giovedì 25 aprile sono state circa 300 le persone che hanno accolto l’invito e che fin dal primo pomeriggio hanno affollato il grande cortile dove erano allestiti alcuni stand: quello della vendita di piante e fiori, quello della tradizionale lotteria (il cui ricavato sarà devoluto per le Missioni in Togo) e quello per il rinnovo del periodico del Seminario “Chiesa in Cammino”.

Dopo l’accoglienza, la giornata è proseguita con il Rosario e la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Accanto a lui anche i due diaconi togolesi prossimi al presbiterato: padre Richard Aglah e padre Justin Messanvi.

Introducendo la celebrazione, il Vescovo ha sottolineato la bellezza del ritrovarsi in Seminario per pregare per le vocazioni. Nell’omelia mons. Napolioni ha esortato i fedeli a pregare per chiedere la grazia di avere preti “intonati” secondo il Cuore di Dio, così da inserirsi nel grande coro della Chiesa, così variegato di timbri e tonalità diverse, per cantare in eterno l’amore del Signore con la propria vita. Chiedendo infine preti che sappiano trasmettere il Vangelo da tutti i pori, perché innamorati di Gesù Cristo.

Terminata la Messa, concelebrata dai superiori del Seminario, è seguito un piccolo momento di rinfresco, quindi nel salone Bolognini, dopo l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria, è stato presentato il recital “Don Bosco il musical” (spettacolo replicato poi anche la sera stessa) messo in scena dai seminaristi e da alcuni studenti del liceo Vida.

Uno spettacolo che, frutto di due anni di preparazione, è stato reso possibile grazie al grande impegno di tutti. Una grande opportunità di crescita non solo per i liceali, i quali hanno potuto condividere buona parte del loro tempo con i seminaristi, ma anche per gli studenti di teologia, che hanno potuto lavorare fianco a fianco con ragazzi delle superiori. Non è stato facile, ma è il risultato è stato soddisfacente. A dirlo non solo gli attori, i collaboratori e il regista, ma anche i tanti applausi ricevuti persino durante lo spettacolo.