Le Visitandine a Soresina

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Da un fuoco di speranza è scaturito il Monastero della Visitazione Santa Maria di Soresina, da quel fuoco di speranza che ardeva nel cuore di suor Maria Gaetana Ferrari, priora delle “Vergini di Santa Chiara”, costretta nel 1811 a ritornare al secolo dal Decreto napoleonico di soppressione di tutti i conventi maschili e femminili di Francia e d’Italia.

Insieme con un gruppo di consorelle che scelsero di rimanere con lei, suor Maria Gaetana continuò a vivere, nella clandestinità, l’osservanza religiosa e da subito si adoperò a predisporre i mezzi per poter poi, a tempo propizio, ricomporre la vita regolare.

Cosicché, non appena tramontata la stella di Napoleone e restaurati gli antichi governi, con le debite autorizzazioni ella fu in grado di riaprire un monastero: non più il Collegio delle Vergini di santa Chiara, ma, per volontà del Vescovo di Cremona mons. Omobono Offredi, il Monastero della Visitazione Santa Maria.

Era il 24 aprile 1816. Ne furono fondatrici suor Laura Felice Calvi, nominata superiora, e suor Giulia Domitilla Emili, assistente e maestra delle novizie, provenienti dal monastero della Visitazione di Alzano Lombardo (Bergamo) e prime novizie ne furono la stessa suor Maria Gaetana Ferrari e le sue compagne.

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La nostra giornata monastica si svolge tra preghiera liturgica e preghiera personale, lavoro, esercizi comuni, distensione, in un’atmosfera di silenzio e di raccoglimento che favorisce l’unione con Dio. Tutte le nostre ore, infatti, sono dedicate al Signore, tutte le nostre azioni, se siamo fedeli, sono altrettante preghiere e orazioni, poiché le Visitandine sono espressamente chiamate da Dio a essere “figlie di orazione così interiori, che siano trovate degne di adorarlo in spirito e verità”.

È questa vita interiore che rende nuova ogni nostra giornata e che, nella semplicità di un normale susseguirsi di azioni, la eleva ad altezze divine.

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La sala di comunità

 

Il claustro

Il claustro

 

A ogni scoccare di ora il nostro Direttorio spirituale ci prescrive di pensare all’ultima ora e di renderci Dio propizio in quel punto estremo con devote aspirazioni. In tal modo, pellegrine sulla terra come la Vergine della Visitazione, teniamo sempre presente la meta per alimentarne il desiderio e così trasfigurare in gioia sempre più piena la realtà quotidiana, vissuta non isolatamente, ma in solidarietà profonda con tutta l’umanità nel Cuore dolcissimo di Gesù, in cui è la nostra stabile dimora.

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Il Coro