Il Vescovo alla Visitazione: Parola da accogliere nel profondo per far nascere Gesù in noi e attorno a noi

Domenica 18 dicembre mons. Napolioni ha celebrato l'Eucaristia nella chiesa monastica di Soresina
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È con il grazie alle monache visitandine «che dedicano se stesse alla lode di Dio e all’intercessione per la comunità cristiana e per il mondo intero» che il vescovo Antonio Napolioni ha iniziato la Messa celebrata domenica 18 dicembre, nella quarta domenica di Avvento, presso il Monastero della Visitazione di Soresina. Appuntamento consueto e ben accolto dalla comunità claustrale e parrocchiale.

L’Eucarestia, celebrata nella familiarità, ha visto la presenza di padre Giuseppe Ripamonti, collaboratore parrocchiale a Soresina, e del cerimoniere episcopale don Flavio Meani. Il servizio liturgico è stato garantito dal seminarista Alberto Bigatti, che nei fine settimana è presente in parrocchia, insieme al giovanissimo ministrante Alessandro.

Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto dal brano evangelico, ha anzitutto guardato al tema del generare, «grande questione del nostro tempo, delle nostre comunità, delle nostre famiglie». Non solo perché le statistiche dicono che ogni anno cala il numero dei bambini che nascono, ma perché questo è il segno di una sterilità non solo biologica, ma anche spirituale, culturale, umana e cristiana. Segno della paura nei confronti del futuro, a fronte di un Dio che fa esplodere la “fecondità” a servizio di tutti gli uomini nel Figlio fatto uomo.

Da qui l’invito a lasciarsi infiammare dallo Spirito Santo, come fece Giuseppe. Proprio rileggendo la sua vicenda l’invito del Vescovo a essere sempre una comunità contemplativa e di preghiera. Un atteggiamento che proprio la «calma» del Monastero visitandino facilita. E allora non è mancato un nuovo «grazie alle sorelle visitandine perché tengono viva questa capacità di sognare, di guardare avanti anche se sono sempre di meno qui, ma sempre di più a Casa, nel cuore di Dio, sempre più povere e simili a Cristo Gesù». E ha concluso: «questo è il mistero da contemplare, da adorare e dal quale ripartire con fiducia».

Dopo le Comunioni è stata proclamata, nel raccoglimento silenzioso, la preghiera a Maria, Aurora di Salvezza.

Maria, tu sei l’annuncio, Maria, tu sei il preludio,
Maria, tu sei l’aurora, Maria, tu sei la vigilia,
Maria, tu sei la preparazione che corona e mette termine
al secolare svolgimento del piano divino della redenzione;
tu il traguardo della profezia,
tu il punto d’arrivo del pensiero di Dio,
«termine fisso d’eterno consiglio ».
La tua apparizione, o Maria, nella storia del mondo
è come una luce del mattino,
ancora pallida e indiretta,
ma soavissima, ma bellissima;
la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare;
il destino felice dell’umanità,
la sua possibile salvezza, è ormai sicuro.
Tu, o Maria, lo porti con te.

(Paolo VI – 8 settembre 1965,
festa della natività di Maria Santissima)

 

Al termine della celebrazione il saluto del parroco di Soresina, don Angelo Piccinalli, reduce dalla conclusione delle Missioni popolari cittadine, che ha ringraziato il Vescovo per il gesto di delicatezza nei confronti della comunità delle claustrali porgendo gli auguri di un Santo Natale.

La Messa si è conclusa con il canto a Maria “Dell’Aurora tu sorgi più bella” in un’unica voce corale… pregare cantando insieme per sottolineare ancor di più l’atmosfera e l’ascolto di questa sentita celebrazione domenicale, ultima di Avvento.

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