ABBIAMO VISTO LA SUA STELLA IN ORIENTE…

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I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte,
i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi”

(Sl. 71, 10)

   Non molto tempo fa abbiamo celebrato il giorno in cui il Signore è nato dai giudei; oggi celebriamo il giorno in cui è stato adorato dai pagani. Poiché, come dice Gesù alla Samaritana, la salvezza viene dai giudei. Ma questa salvezza non sarà solo per i giudei, essa sarà portata sino agli estremi confini del mondo. Dio disse ad Abramo: saranno benedette in te tutte le nazioni della terra.

   In quel giorno in cui nacque, lo adorarono i pastori. Oggi i Magi.

   A quelli lo annunciarono gli Angeli, a questi un stella.

   Tutti e due (pastori e Magi) lo appresero per intervento celeste.

   Quando il Bambino nacque era già pietra angolare del mondo; già da quel momento cominciò a congiungere in sé le due pareti dell’umanità poste in direzioni diverse, chiamando i pastori dalla Giudea, i Magi dall’oriente: per creare in se stesso, dei due, un uomo nuovo e ristabilire la pace; pace tanto a quelli che erano lontani, quanto a quelli che erano vicini…

   I pastori, accorrendo da vicino lo stesso giorno della nascita, i Magi arrivando da lontano, hanno consegnato ai posteri due giorni diversi da celebrare, pur avendo ambedue contemplato la medesima luce del mondo.

   Oggi bisogna parlare dei Magi che la fede (questa fede cristiana universale, senza confini di razza, di cultura), ha condotto a Cristo da terre lontane, significando la diffusione della Chiesa di Cristo in tutto il mondo.

                                                                                        Da un sermone di Sant’Agostino, Vescovo

Immagine: Beato Angelico, L’Adorazione dei Magi, Armadio degli argenti, Firenze, Museo di S. Marco.