VIENI, SIGNORE, VIENI!

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Domani si rivelerà

la gloria del Signore,

e ogni uomo vedrà la salvezza

del nostro Dio.

 

Dai libri
Le origini

di Origene, sacerdote

   Tra tutte le cose meravigliose che si possono dire del Cristo, ce n’è una che supera assolutamente l’ammirazione di cui è capace lo spirito umano, e la fragilità della nostra intelligenza mortale non sa come comprenderla o immaginarla: che l’onnipotenza della maestà divina, la Parola stessa del Padre, la Sapienza di Dio, nella quale sono state create tutte le cose – le visibili e le invisibili – si sia lasciata racchiudere nei limiti di un uomo apparso in giudea. Questo è l’oggetto della nostra fede; ma c’è di più. Noi crediamo che la sapienza di Dio è entrata nel seno di una donna ed è nata tra i vagiti e i pianti come tutti i mortali. E sappiamo che più tardi il Cristo ha conosciuto la paura della morte al punto da esclamare: “La mia anima è triste fino alla morte” (Mt 26,38), e che alla fine è stato condotto alla morte più ignominiosa, anche se poi è risuscitato il terzo giorno.

   Riscontriamo in lui contemporaneamente i lineamenti umani comuni alla nostra debolezza di mortali, e i lineamenti divini propri soltanto di quella natura sovrana e ineffabile. Di fronte a ciò l’intelligenza umana, troppo piccola, è presa da tale ammirazione da non sapere che dire e come orientarsi. Sa che Cristo è Dio, e tuttavia lo vede morire; se poi lo considera un uomo, ecco che lo vede risorgere col suo bottino di vittoria dopo aver distrutto il regno della morte.

   La nostra contemplazione, meditando nello stesso Gesù la verità delle due nature, deve procedere con riverente timore, evitando sia di attribuire cose indegne o sconvenienti all’ineffabile essenza divina, sia di considerare gli avvenimenti storici come apparenze illusorie. In verità spiegare tali cose a intelligenze umane e cercare di esprimere parole, è impresa superiore alle nostre forze e ai nostri meriti e supera l’intelligenza e le parole. Anzi, penso che superi le capacità degli stessi apostoli. Ancor più: la spiegazione di questo mistero trascende probabilmente tutto l’ordine delle potenze celesti.

Immagine: Chiesa di S. Sigismondo, Gervasio Gatti (1587), Il riposo durante la fuga in Egitto (particolare).