Solennità di Tutti i Santi

image_pdfimage_print
Alle fonti della vita”
di fr. Raffaele M. Ferrari, o.p., sacerdote

ed. Cateriniana, Roma

   I Santi, “che hanno amato il Signore, saranno ammantati di luce come un’aurora di profondi sereni” (Gdc. 5,31); brilleranno come firmamenti e come fulgidissime stelle nelle perpetue eternità (Dn. 12,3); saranno belli come i giorni di cielo (Sl. 88), al cui confronto tutta la poesia, tutta la solennità, tutto l’azzurro, tutti i colori, tutte le glorie del giorno terrestre non sono che evanescenze, ombre insignificanti, senza luce, senza armonia, senza vita, senza alcuna beltà: i Beati saranno veri soli in paradiso, incorruttibili, purissimi, fulgidissimi, abbaglianti, riverberanti l’infinita, l’eterna, l’amorosissima gloria del Creatore.  Anche il Vangelo afferma che essi “splenderanno come sole nel regno del Padre” (Mt. 13,43).

   … I Santi regneranno nell’ eternità dei secoli (Ap. 22,5). Nessuno potrà mai rapir loro la gioia (Gv. 16,22). Armonie che faranno trasalire il fondo dell’anima si riverseranno piene di amore dalle beatissime labbra, e canteranno la magnificienza della gloria santa (Sl. 144).

   Là tutto è bello della beltà dell’Amore, tutto è soave della soavità dell’Amore, tutto è giocondo della felicità dell’Amore, tutto è amabile dell’amabilità dell’Amore, tutto è vita eterna dell’eternità dell’Amore; tutto è infinitamente più vero, più reale e ideale di quanto possiamo desiderare e sognare.

   L’Angelico Dottore – S. Tommaso d’Aquino – compendia questo mistero di paradiso con un concetto sublime:

      I Santi sono in cielo totalmente beati della piena beatitudine,

      la quale è perfezione consumata che esclude ogni difetto,

      e perciò si comunica loro in modo immutabile

      per quella divina virtù che solleva l’uomo

      alla partecipazione dell’eternità trascendente ogni mutazione

      (I-II, q. V. a. IV, ad 1)

 

Immagine: Chiesa di S. Sigismondo, Bernardino Campi, Gloria del Paradiso, Affresco nella cupola.