Il 1° maggio a S. Sigismondo porte aperte ai visitatori

Il chiostro e il refettorio, così come l'area presbiterale della chiesa, saranno disponibili dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30
image_pdfimage_print

Anche quest’anno, come ormai tradizione, la giornata del 1° maggio segna a Cremona l’apertura ai visitatori del monastero di S. Sigismondo. Nella memoria liturgica di san Sigismondo, infatti, il complesso situato in piazza Bianca Maria Visconti apre le porte ai cremonesi e ai turisti anche per quanto riguarda il monastero e quelle parti della chiesa che solitamente sono soggette alla clausura.

L’accesso al coro della chiesa, al chiostro e all’attiguo refettorio domenica 1° maggio sarà possibile dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30.

La prossima apertura al pubblico del presbiterio, del chiostro e del refettorio avrà luogo a settembre, nell’anniversario della dedicazione della chiesa. Negli altri giorni dell’anno la chiesa è sempre aperta dalle 6.45 alle 12 e dalle 15 alle 18.30.

Per quanto riguarda gli appuntamenti di carattere liturgico, il 1° maggio tutto avverrà secondo il programma domenicale con la Messa alle 11 (presieduta dal Provinciale dei Domenicani, padre Fausto Arici, per la prima volta a Cremona) e i Secondi Vespri alle 18 (presieduti da cappellano don Gianpaolo Maccagni).

Locandina

Il sito del Monastero domenicano

 

La chiesa di San Sigismondo

L’attuale chiesa di S. Sigismondo sorge sull’area di una chiesa precedente nella quale si sposarono il 25 ottobre 1441 Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, duca di Milano. Circa venti anni dopo, il 20 giugno 1463, a ricordo del matrimonio che ha unito le casate dei Visconti e degli Sforza, Bianca Maria fa iniziare la costruzione dell’attuale chiesa, con annesso monastero, affidato dal 1461 ai monaci Girolamini. Soppresso il monastero alla fine del XVIII secolo, la chiesa divenne parrocchiale. Dal 2007 è tornata chiesa monastica e vede la presenza di una comunità di monache domenicane.

 

Agiografia di san Sigismondo

San Sigismondo, re dei Burgundi, fu educato nel cristianesimo ariano, che negava la divinità di Gesù. Ben presto si convertì al cattolicesimo, grazie all’influsso che ebbe su di lui sant’Avito, vescovo di Vienne. Animato da grande zelo per la Chiesa, fondò nel 515 ad Agauno (oggi in Svizzera) un monastero, presso il sepolcro del martire Maurizio e dei suoi compagni, perché i monaci vi praticassero la laus perennis, la recita ininterrotta del salterio giorno e notte.

Dopo la morte della prima moglie, a causa di intrighi di corte e false informazioni, si lasciò trasportare a condannare a morte il suo figlio primogenito, Sigerico. Pentitosi, si ritirò a vita solitaria e penitente nel Verossaz, vicino all’abbazia che aveva fondato. Ben presto, però, i suoi nemici lo trovano e, portato a Orléans, fu ucciso insieme ai figli Giscaldo e Gondebaldo il 1 maggio del 524.

Il suo corpo e quello dei figli fu portato nell’abbazia che aveva fondato. Nel 1365, l’imperatore Carlo IV fece traslare parte del corpo del Santo nella cattedrale di Praga.