Il Vescovo ai ragazzi che andranno alla Gmg: «Nei prossimi anni faremo un Sinodo dei giovani»

L'annuncio nel pomeriggio di domenica 12 giugno a S. Sigismondo durante l'incontro diocesano di preghiera in vista del viaggio del prossimo luglio in Polonia
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«Nei prossimi anni faremo un Sinodo dei giovani». Il vescovo Antonio l’ha annunciato domenica 12 giugno proprio ai giovani, radunati numerosi nella chiesa monastica di S. Sigismondo, a Cremona, per un momento di preghiera di carattere diocesano in vista della prossima Gmg. Chiaro l’obiettivo: aiutare ciascuno ad esprimere tutto se stesso, scoprendo – ha detto il Vescovo citando Evangelii Gaudium – che “io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo”. Una “fiamma dell’amore misericordioso di Cristo” – per citare san Giovanni Paolo II – che arde negli ambienti della vita quotidiana e sino ai confini della terra”.

Dopo gli incontri a livello di macrozone il percorso formativo in vista della Gmg si è concluso nel pomeriggio di domenica 12 giugno con l’incontro diocesano promosso dalla Federazione Oratori Cremonesi nella chiesa monastica di S. Sigismondo, a Cremona. Insieme alla comunità claustrale domenicana i numerosi giovani presenti hanno pregato il Vespro presieduto dal vescovo Antonio. Proprio mons. Napolioni, che si farà pellegrino in Polonia insieme ai circa 600 cremonesi, ha proposto una meditazione a partire dal brano evangelico delle beatitudini.

Lo ha fatto anzitutto guardando all’esperienza del viaggio: l’andata e il ritorno. Quante pesantezze nel cuore di ciascuno ancora prima delle fatiche della lunga trasferta. Ma una certezza: al centro della Gmg vi sarà la Riconciliazione. «Solo chi ritrova la sua casa interiore, il suo mistero buono – ha detto il Vescovo – può specchiarsi senza paura ed osare il dono di una vita, che non sarà vocazione solo per pochi eletti, ma dono e missione per tutti e per ciascuno, anche per ogni frammento balordo e sperduto della nostra esistenza».

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Mons. Napolioni ha quindi guardato al “biglietto” di viaggio andata e ritorno, un biglietto incarnato nel Vangelo delle Beatitudini. Lo spunto è stato in particolare “Beati quelli che sono nel pianto”: «Andiamo a Cracovia – ha spiegato il Vescovo – non per lasciarci alle spalle la realtà complessa delle nostre vite, delle famiglie e degli amici, del mondo che ci spaventa ed emargina… ma per consegnare il nostro pianto (magari quello soffocato nel segreto) a Qualcuno che sappia rispettarlo e asciugarlo senza fretta. Perché quelle lacrime di dolore, o di pentimento, diventino lacrime di gioia»

E ancora: “beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”. Immagini che toccano il mondo dei desideri e bisogni. «La Gmg – ha detto il Vescovo – potrebbe servirci a mettere in fila i nostri desideri, a capire meglio le nostre passioni, fino a scoprire che anche Gesù ha sete della nostra sete. E che i desideri di Dio saranno gli unici a dare compimento sicuro alla nostra voglia di felicità. Impareremo a fidarci e a dire con gioia: Sia fatta la tua volontà».

Ma nel giubileo della Misericordia l’invito non può che essere quello di scoprire quanto sono “beati i misericordiosi”. «Anche questo è un biglietto di carne e sangue – ha affermato il Presule – la misericordia non è un sentimento passeggero, né una specie di beneficenza. Sono le viscere stesse di Dio Padre, rese visibili nella carne di Gesù crocifisso, come il grembo di una madre che prova le doglie del parto e la gioia della vita che nasce. Per questo non possiamo fare a meno di sperimentare, continuamente, la misericordia di Dio su di noi e dentro di noi».

La meditazione del Vescovo è proseguita riflettendo subeati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”, con riferimento al Magnificat, «il canto dei piccoli di Dio».

«L’intimità quotidiana con il Signore – ha detto ancora il Vescovo – ci rende puri di cuore. Nel guazzabuglio della nostra mente, pensieri e sentimenti danzano non sempre in armonia. La parola vera e viva del Vangelo può liberarci dalla trappola dell’autoreferenzialità e dal caos interiore»

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Poi il richiamo a “beati i miti”: «un nonviolento, uno la cui forza è talmente profonda che non ha bisogno di alzare la voce, mostrare i muscoli, sedurre nessuno. Chi è più forte? Chi è talmente ricco da vivere sempre nella paura che qualcosa gli venga sottratto? O chi è talmente povero da non aver niente da perdere? Lo farei dire, con grande rispetto e delicatezza, a quelle coppie di genitori che hanno perso l’unico figlio e che consegnano ogni giorno il loro immenso dolore, il loro drammatico senso di impotenza e di vuoto al Dio Padre del Crocifisso, l’unico che trasforma la debolezza in forza. E che da allora si donano senza riserve. Le guerre di ogni tipo e misura che punteggiano il pianeta e anche le nostre contrade cesseranno man mano che ognuno di noi, anche uno per volta, anche da solo, sceglierà la via della mitezza. In Polonia, andremo anche ad Auschwitz, e ne resteremo ammutoliti, ma saremo liberi di scegliere come interpretare quell’orrore, per dire un vero “mai più”, fatto di rabbia trasformata dalla Misericordia».

Beatitudini che promettono il Regno dei Cieli, ma anche danno “in eredità la terra”, per quelli che desiderano la giustizia e pagano per essa, perseguitati e calunniati a motivo della sequela di Gesù, Maestro crocifisso e risorto.

Gli operatori di pace” non sono dunque semplicemente i pacifisti da salotto o da corteo, ma – ha spiegato il Vescovo – «Quelli che sanno partire per andare incontro a chi fugge da guerra e miseria, per promuovere ovunque sviluppo e dignità. Quelli che sanno accogliere, modificando i propri stili di vita (quanto possiamo ancora fare, per il bene nostro e di tutti! Magari la GMG può allenarci ad una maggiore essenzialità…). Quelli che sanno pregare, non solo per sé e per la propria piccola cerchia. Quelli che riscoprono “la politica come la più alta forma di carità” (Paolo VI), e vi si gettano con spirito di servizio e vero disinteresse. Abbiamo bisogno di chi, giovane e pulito, prenda in mano, anzi per mano, le nostre città».

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«Vivremo la Gmg – ha detto ancora il Vescovo – guidati da papa Francesco che, sulla scia del Concilio, ci scuote ogni giorno dal torpore del “si è sempre fatto così”, chiamando innanzitutto i giovani ad essere protagonisti del cambiamento. Soprattutto la vecchia Europa, e la nostra terra in essa, deve invertire l’attuale drammatica tendenza al declino, al tramonto».

Se l’attenzione è tutta all’andata ciò che conta è anche il dopo Gmg: «Il biglietto di ritorno – ha affermato mons. Napolioni – ci impegnerà a trarre conseguenze personali e sociali dall’esperienza vissuta, dalle parole ascoltate, dalle emozioni provate, dal mistero celebrato. Nel suo messaggio per questa GMG, il Papa richiama la testimonianza del Beato Pier Giorgio Frassati, un giovane del nostro tempo, bello, intelligente e preparato, amante della vita e dell’amicizia, un giovane che aveva capito che cosa vuol dire avere un cuore misericordioso, sensibile ai più bisognosi»

E sempre con lo sguardo rivolto al dopo un annuncio importante: «Tornati a casa, non racconteremo la Gmg dai divani ma sulle strade, nelle scuole e negli oratori, tra gli altri giovani e a tutti, perché questo incontro ci cambi la vita, nel segno della speranza che nessuno deve rubarci. Faremo, per questo, nei prossimi anni un Sinodo dei giovani, che aiuti ciascuno a esprimere tutto se stesso, scoprendo – come scrive il Papa – che “io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo” (EG 273), che insieme  possiamo portare “la fiamma dell’amore misericordioso di Cristo – di cui ha parlato san Giovanni Paolo II – negli ambienti della nostra vita quotidiana e sino ai confini della terra” (Messaggio per la XXXI GMG)».

E ha concluso: «Ci interessa essere beati anche dopo, e sempre, perché decisi per il Regno di Dio (orizzonte definitivo e concretissimo di ogni nostra scelta di vita), felici di essere figli di Dio, capaci di vederlo e riconoscerlo ovunque, mentre ci viene incontro, ci salva, ci chiama. Buon viaggio!».

il testo della meditazione del Vescovo (pdf)

 

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Circa 600 cremonesi alla Gmg di Cracovia

 

Lo speciale Giornata Mondiale della Gioventù