Ottocento e Novecento

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Dopo gli anni travagliati della dominazione francese, gli episcopati di Omobono Offredi (1791-1829) e Carlo Emanuele Sardagna (1831-1837) segnano l’inizio di un nuovo periodo fiorente, per la ripresa dei ritmi ordinari della vita delle parrocchie e, soprattutto, per la diffusione delle nuove congregazioni religiose femminili, tra cui, in particolare, le Canossiane, le Ancelle della Carità, le Maestre di Santa Dorotea e, a Soncino, l’istituto della Sacra Famiglia di Paola Elisabetta Cerioli; accanto ad esse si segnala un’intensa fioritura di opere assistenziali, che fanno capo a figure quali quella di Ferrante Aporti (fondatore degli asili d’infanzia) o di Ferdinando Manini, che diede vita a numerosi istituti di carità. Per l’epoca successiva si evidenzia una situazione di grande stabilità, con tre soli vescovi che si succedono nello spazio di circa 100 anni, dal 1850 al 1952. Antonio Novasconi (1850-1867), sensibile alle istanze risorgimentali, resse la diocesi con grande equilibrio, senza poter però evitare, soprattutto negli ultimi anni del suo episcopato, le conseguenze dei contrasti politico-religiosi, con numerose defezioni tra il clero e con un calo vertiginoso del numero dei chierici.

Cerioli

 

 

 

La beata Paola

Elisabetta Cerioli

 

 

 

Il suo successore, Geremia Bonomelli (1871-1914) diede il via ad un’intensa opera di rinnovamento che partiva proprio dal seminario, che egli volle ampliato e ricostruito, nel 1887, in una zona più salubre, alla periferia della città e che vide moltiplicarsi, in pochi anni, il numero dei chierici, fino a superare le 300 unità. Coinvolto nella polemica per la questione romana”, Bonomelli rappresentò per anni il riferimento dell’ala liberale moderata, con i suoi numerosi scritti e, in particolare, con le intense e lungimiranti lettere pastorali.

Bonomelli

 

Il vescovo

Geremia Bonomelli

 

 

Il suo successore, Giovanni Cazzani, resse la diocesi durante le due guerre, tra il 1915 e il 1952, e fu soprattutto un grande “pastore d’anime”, coraggioso difensore dei diritti della coscienza, contro tutti i totalitarismi e infaticabile nel governo pastorale della diocesi, che visitò ben sei volte, celebrando anche tre sinodi diocesani.

Tra la fine del XIX e la metà del XX secolo, nel clero cremonese si evidenziano alcune figure di rilievo, tra cui Francesco Spinelli (beatificato nel 1992), di origine bergamasca, che fondò a Rivolta d’Adda, in diocesi di Cremona, la congregazione delle suore “Adoratrici del SS.mo Sacramento”; Vincenzo Grossi (canonizzato nel 2015), parroco prima di Regona, poi di Vicobellignano; il camilliano Enrico Rebuschini (beatificato nel 1976), responsabile per anni della casa di cura cremonese dei Camilliani, e don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo, che può essere considerato uno dei precursori o anticipatori dello spirito del concilio Vaticano II.

Rebuschini-Spinelli

 

 

I beati

Enrico Rebuschini

e Francesco Spinelli

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