Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto testimone della vita a Soresina

Insieme ad Ernesto Olivero e don Maurizio Patriciello sarà ospite dei Quaresimali proposti dalla parrocchia di San Siro

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La parrocchia di San Siro in Soresina, guidata da don Angelo Piccinelli, ha già predisposto il programma dei Quaresimali 2017. Tre serata di riflessione e testimonianza sul tema “Ripartiamo da Gesù, per credere sperare e amare da cristiani” con altrettanti ospiti d’eccezione: Gianna Jessen, sopravvissuta ad un aborto salino e oggi testimone instancabile della vita, Ernesto Olivero, Fondatore del Sermig e don Maurizio Patriciello, parroco al quartiere Parco Verde in Caivano, nella terra dei fuochi ed editorialista di Avvenire.

Uno degli appuntamenti più attesi è sicuramente quello di giovedì 16 marzo con la presenza nella chiesa di San Siro della giovane statunitense Gianna Jessen che testimonierà come «Gesù ha vinto la morte a nome mio». La sua storia è particolarmente commovente: la sua mamma biologica decide di abortire nel 1977, a soli diciassette anni, la stessa età del padre, quando è ormai entrata nel terzo trimestre di gravidanza, sottoponendosi, consigliata, alla procedura del cosiddetto aborto salino tardivo. Dopo sette mesi e mezzo di gestazione, in una delle maggiori cliniche americane per aborti, Gianna viene partorita viva nonostante la somministrazione 24 ore prima della soluzione salina il cui terribile effetto è quello di procurare ustioni esterne ed interne al feto e di soffocarlo.

Cosa è successo poi lo ha raccontato Gianna: «Devo la mia vita al fatto che quel giorno il medico abortista non era ancora entrato in servizio e l’infermiera presente ha immediatamente chiamato i soccorsi. Dopo 18 ore ero ancora viva, e così è cominciata la mia avventura umana, fin da subito insieme a Colui che ha voluto che mi salvassi e testimoniassi che i progetti umani non contano nulla di fronte al Suo amore».

Gianna viene adottata in una famiglia quando ha 17 mesi e, nonostante i medici continuavano a ripetere che non ce l’avrebbe fatta, la bambina migliora grazie alle tante ore di fisioterapia fatte insieme alla mamma Penny che dedica la sua vita a lei. «Devo tutto a mia madre – prosegue Gianna – che, con tanta forza e non smettendo mai di pregare, ha creduto ai progressi che stavo facendo, come, ad esempio, alzare la testa. A tre anni camminavo con dei tutori e un deambulatore, un vero e proprio miracolo. Ho fatto tanta fisioterapia anche dopo l’operazione chirurgica a 10 anni. Adesso zoppico ma va bene. Ho avuto un trauma cerebrale a seguito del tentativo di aborto ma, credetemi, il problema non è questo, anzi, la vita è addirittura più interessante così. Voglio dire a tutti, però: se l’aborto è una questione dei diritti delle donne, dove erano i miei diritti quel giorno? E’ terribile arrogarsi il permesso di decidere della vita di una persona, anche e soprattutto quando ha qualche problema. Siccome il bambino è disabile, per intendersi, meglio interrompere la gravidanza, come se la qualità della vita e l’anima dipendessero dalla forma del corpo. Sono i deboli, sempre messi in disparte, a possedere la luce di Dio».

Gianna  è chiamati in vari luoghi del mondo per raccontare la sua storia e lo fa con umiltà ed entusiasmo. Il desiderio è quello di essere d’aiuto, di portare un messaggio di speranza. «Non so se mi sposerò mai, mi sento la “bambina di Dio”, come minimo desidero un uomo che mi ami quanto Lui!», ha detto sorridendo. «Nessuno può dirvi chi siete e che cosa potete o non potete fare, come i medici che negavano qualsiasi possibilità di progredire. La mia missione è questa: dire a chi ha il cuore spezzato che non è dimenticato, che può essere libero e opporsi alla violenza, al dolore, alla crudeltà che spesso sono nel mondo».

Venerdì 24 marzo, alle 21, in salone Mosconi presso il Centro pastorale parrocchiale, sarà la volta di Ernesto Olivero che offrirà una testimonianza sul tema «La speranza è la mia forza». Olivero è il fondatore del Servizio Missionario Giovanile – Arsenale della pace di Torino: un vero e proprio maestro di solidarietà, accoglienza e impegno per la pace e la concordia.

«Per amore del mio popolo, non tacerò» è, invece, il titolo della testimonianza di don Maurizio Patriciello, parroco coraggioso della terra dei fuochi, che da anni combatte contro il degrado umano e ambientale causato dalla camorra che si terrà giovedì 30 marzo sempre alle ore 21, presso il salone Mosconi.

 

 

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